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Parlano con i bambini che frequento tutti i giorni, mi sono resa conto di quante idee strane hanno sul cibo. Un giorno con uno di loro mi soffermo a parlare della merenda. Gli avevo appena proposto una fettina di pane con la marmellata, come intervallo tra i compiti. E lui mi dice che il pane non lo può mangiare perché fa ingrassare. Intanto però alle merende preconfezionate, patatine e caramelle difficilmente rinuncia. Ma quanto son carini i bambini, magari sentono i genitori dire che il pane fa ingrassare e lo ripetono senza batter ciglio, sicuri che da quelle bocche passa sempre la verità.
E da questo piccolo confronto è nata in me la curiosità di sapere qualcosa in più sull'alimentazione infantile. Approfondendo l'argomento ho scoperto che secondo un’indagine condotta per conto del Ministero della Salute, dal sistema di sorveglianza Okkio alla Salute, emerge un quadro allarmante della situazione italiana, i dati parlano chiaro più di un bambino su due nel nostro paese è in sovrappeso.
L’ultima
indagine è stata condotta su un campione
di 51.145 bambini di età compresa tra i
6-10, di cui il 23% è in una situazione di sovrappeso e l’12% è obeso, con percentuali più alte nelle
regioni del Sud e del Centro.
L’immagine del bambino è notevolmente cambiata dunque, i
bambini ossuti che giovano a calcio nei cortili o che si riunivano per
divertirsi all’aria aperta appare come qualcosa di abbastanza distante dalla fotografia
che emerge dai dati di questa ricerca.
Complice, infatti, dell’aumentare di fenomeni di obesità
infantile sono gli stili di vita e le abitudini alimentari scorrette di questi
bambini.
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Il 18% del campione infatti pratica sport per un’ora a
settimana, il 36% guarda la televisione e/o gioca ai videogiochi per più di due ore al giorno, un solo bambino
su quattro si reca a scuola a piedi. Questi comportamenti oltre a comportare
rischi diretti per l’insorgenza del sovrappeso e di patologie fisiche, ci indicano
anche che le possibilità di socializzazione sono seriamente limitate.
Dal punto di vista alimentare i bambini tendono a saltare la
colazione (9%), fare una merenda di metà mattinata abbondante (65%) fatta
prevalentemente con cibi confezionati ricchi di grassi insaturi e zuccheri, non
mangia abbastanza frutta e verdura e consuma abitualmente bevande zuccherate
(44%).
Ma i poveri bambini non hanno gli strumenti per poter capire
cosa è meglio per la propria vita e il proprio girovita. Il compito di un’adeguata
educazione alimentare spetta quindi agli adulti. Le scuole hanno più volte
attivato progetti finalizzati ad aumentare il consumo di frutta e verdura da
parte dei bambini e ad attuare iniziative che supportino più corrette abitudini
alimentari e una nutrizione maggiormente equilibrata. Ma più di tutti spetta ai
genitori occuparsi della trasmissione di corretti stili di vita. Proprio loro
che si impegnano tanto nel cercare il
miglior corso di inglese o la migliore scuola di musica, devono porre maggiore
attenzione proprio sull’educazione alimentare dei propri pargoli.
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Un lavoro che inizia molto presto, ad esempio abituando i
bambini alla diversità dei sapori, senza creare terrorismo psicologico, ma
offrendo periodicamente anche quei cibi che i bambini non amano tanto. Inoltre
i piccoli apprendo meglio dall’emulazione che dalle parole, quindi adottare
abitudini salutari in famiglia è la strada principe da seguire.
D'altronde servirebbe una politica seria sulla pubblicità
ingannevole, che fa passare come salutari degli alimenti che di genuino hanno
ben poco, oltre che incrementare le strutture pubbliche per lo sport dopo gli orari scolastici.
E poiché come ci insegnava Bruno Munari “i bambini di oggi sono
gli adulti di domani” aiutiamoli a sviluppare
tutti i sensi e ad occuparsi sin da
piccoli della propria salute.
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