martedì 1 aprile 2014

Pink and happy monday

Questo lunedì in quel di San Sebastiano ho trascorso una splendida serata in compagnia delle amiche del liceo. Un gruppetto di circa 10 persone che si incontra periodicamente per condividere di nuovo momenti felici della propria esistenza.
Io a dire il vero per un po'  ho saltato questi incontri, per almeno 8/9 anni, non so neppure perché ma di certo so di essermi persa qualcosa di piacevole.
Questa volta eravamo in compagnia di una mamma in scadenza di "mandato", una pancia di nove mesi ed un frugoletto che, anche se da lì dentro, ha deciso di fasi conoscere con calcetti dolcissimi. Una mamma strong che fino a notte fonda ha partecipato pienamente all'allegria contagiosa della serata. In perfetta forma. Armonica  e luminosa come solo una mamma serena può essere.
La serata intorno a quel tavolo è stata tutto un chiacchierare famelico. Ognuna con la sua voglia di raccontare un pezzo di sé a quelle donne cresciute nei lineamenti (neanche tanto per fortuna ihihih), ma che hanno lasciato una parte della propria anima seduta tra quei banchi del "Don Milani".
Si è parlato di passi importanti, di case comprate, di amori che vanno e che vengono, di conversioni impensabili, di figli, di amiche lontane e di inciuci vicini.
E poi siam partite come da manuale coi ricordi di scuola, con quel sapore nostalgico di voler rivivere per qualche momento gli spensierati istanti della nostra adolescenza. E allora vai coi prof di turno, a sottolineare le preferenze palesi e le antipatie conclamante, oppure le risate scrosciati che si levavano durante le ore di lezione e i ricordi del viaggio a Vienna.
Infine la chiacchierata in auto con un'amica di cui credevo di non ricordare neppure i lineamenti del viso, che invece ha assunto i tratti di un'abitudine mai smessa, quella voglia di raccontarsi l'extra, quello che non abbiamo avuto tempo di dirci davanti a quel tavolo.
Io ero lì ascoltavo tutte con il desiderio di non perdermi nulla dei loro racconti. Ogni tanto mi piaceva  fermarmi a guardare la bellezza di quei volti, ai loro tratti di adulte, a quelle donne e alla loro parte bambina e riflettere sul fatto che se anche si cresce le persone non cambiano affatto.
Per fortuna!




lunedì 24 marzo 2014

18° compleanno da Star

Questo fine settimana (o meglio da giovedì a sabato) sono stata impegnata in un lavoro su commissione per una torta e dei biscotti.
La prima era di 8 kg e i biscotti 60! Faticoso, ma anche tanto divertente. Questa volta con l'aiuto di mio marito ho avuto la possibilità di migliorare il sapore della torta. La pecca delle mie torte decorate in precedenza stava nella consistenza delle torte. Avendo come pallino centrale la perfezione della torta dal punto di vista estetico tendevo a lasciare un po' asciutte le torte, stavolta invece mi sono fatta fare dal Enzo gli anelli di acciaio. Così ho bagnato per bene la torta all'aroma Bayles, farcita con panna e nutella e poi messa a raffreddare negli anelli in frigo per l'intera notte. Il risultato: la forma perfetta e la consistenza giusta. Che dire dovrò migliorare ancora nelle decorazioni, ma per questa volta posso sentirmi soddisfatta per il piccolo successo ottenuto.
I biscotti sono iniziati con una disavventura. Ho provato la pasta frolla di un'amica di cui ho sempre apprezzato le crostate, eppure lo stesso impasto per i biscotti era poco soddisfacente. Innanzitutto il lievito nella frolla non mi piace e poi non fa mantenere la forma ai biscotti. quindi fatti i primi 60 biscotti, non felice mi riemetto all'opera con la mia solita pasta frolla, che non mi delude mai e nel produco altri 60 biscotti.  
 
Con questo post così goloso oggi salutiamo per un po' i dolci, prende il via un altro tentativo di dieta, proviamo l'app della Mela Rossa. Che fame! Incrociate le dita per noi ;)

venerdì 21 marzo 2014

Oggi pasticcia Anna

Oggi siamo nella cucina di Anna, una ragazza solare, sportiva ed estremamente creativa. E' una di quelle persone che più che camminare sembrano svolazzare ad un metro da terra. Quando è felice lo si legge in viso, e diciamo che per l'99% delle sue giornate ha il sorriso stampato sul volto.
Da appassionata di design ha curato nei minimi particolari la ristrutturazione di casa sua, disegnando personalmente ogni angolo.
E' sempre intenta a crear qualcosa, un giorno gioielli, un altro cornici, un altro un tavolino, ogni volta con la stessa passione. Anche in cucina se la cava benissimo, le sue crostate sono famosissime.
Qualche giorno fa abbiamo deciso di fare la ricetta delle Zeppole "a quattro mani", perché lei non riusciva  a capire perché una volta fuori dal forno si trasformavano in frittelle.  L'errore di cottura che la pasta choux porta inevitabilmente a fare ai neofiti. Ci siamo organizzate in quattro e quattr'otto e per la festa di San Giuseppe casa Novi si è trasformata in una pasticceria.
Che cucina e che spazio ragazzi! Ci si diverte tanto a cucinare a casa sua, ha un piano di lavoro studiato nei minimi particolari, of course ;)
Ecco allora la ricetta.



 
 
 
 
 Per la pasta choux

300 gr di acqua
200 gr di farina
150 burro
un pizzico di sale
5 uova

Per la pasta choux ci siamo aiutate con il bimby che ci ha risparmiato un bel po' di lavoro ;)
Nel boccale acqua, sale e burro: 10 min. 100° vel. 2
 



Unire la farina: 30 sec. vel. 4.
Terminare la cottura ad apparecchio fermo per 10 minuti, mescolando nel frattempo per almeno 5 volte, l'impasto a vel. 4.Lasciare raffreddare l'impasto sempre nel boccale, poi aggiungere a vel. 4 le uova, uno alla volta, lavorando ancora per altri 30-40 sec. vel. 5.
Sulla placca del forno, ricoperta di carta forno, dare forma alle zeppole con la sacca a poche e una bocchetta stellata abbastanza grande, abbastanza distanziate tra loro.
 

Cuocere in forno caldo a 180° per circa 30 minuti.
Per la cottura bisogna stare molto attenti, perché se non cotte al punto giusto tendono ad appiattirsi inesorabilmente. La tentazione è quella di aprire il forno al primo cenno di doratura, in realtà il colore giusto tende al marroncino, o meglio al color biscotto. Inoltre usare il burro e non la margarina perché durante la cottura, quest'ultima rilascia troppo olio ed appesantisce la zeppola con la conseguenza di ritrovarci con una frittata insapore.  







 Per la crema pasticciera

1/2 litro di latte
100 di zucchero
80g di farina
2 tuorli



 
Anna adotta un procedimento diverso dal mio. Innanzitutto mette la buccia di limone a profumare il latte tutta la notte. Il giorno dopo procede iniziando a miscelare tutti gli ingredienti, ad eccezione del latte, in un recipiente, per evitare la formazione di grumi. Successivamente passa la crema ottenuta in una pentola e versa il latte con le bucce di limone e porta a bollore il tutto fino a far addensare la crema.

 
 
 
 
Con l'aiuto della sacca a poche farcire le zeppole con la crema e decorarle con le amarene.
 
 

 
 
 
 






mercoledì 12 marzo 2014

I bambini e l'alimentazione

Image Google

Parlano con i bambini che frequento tutti i giorni, mi sono resa conto di quante idee strane hanno sul cibo. Un giorno con uno di loro mi soffermo a parlare della merenda. Gli avevo appena proposto una fettina di pane con la marmellata, come intervallo tra i compiti. E lui mi dice che il pane non lo può mangiare perché fa ingrassare. Intanto però alle merende preconfezionate, patatine e caramelle difficilmente rinuncia. Ma quanto son carini i bambini, magari sentono i genitori dire che il pane fa ingrassare e lo ripetono senza batter ciglio, sicuri che da quelle bocche passa sempre la verità.

E da questo piccolo confronto è nata in me la curiosità di sapere qualcosa in più sull'alimentazione infantile. Approfondendo l'argomento ho scoperto che secondo un’indagine condotta per conto del Ministero della Salute, dal sistema di sorveglianza Okkio alla Salute, emerge un quadro allarmante della situazione italiana, i dati parlano chiaro più di un bambino su due nel nostro paese è in sovrappeso.

 L’ultima indagine  è stata condotta su un campione di  51.145 bambini di età compresa tra i 6-10, di cui il 23% è in una situazione di sovrappeso e  l’12% è obeso, con percentuali più alte nelle regioni del Sud e del Centro.

L’immagine del bambino è notevolmente cambiata dunque, i bambini ossuti che giovano a calcio nei cortili o che si riunivano per divertirsi all’aria aperta appare come qualcosa di abbastanza distante dalla fotografia che emerge dai dati di questa ricerca.

Complice, infatti, dell’aumentare di fenomeni di obesità infantile sono gli stili di vita e le abitudini alimentari scorrette di questi bambini.

Image Google
Il 18% del campione infatti pratica sport per un’ora a settimana, il 36% guarda la televisione e/o gioca ai videogiochi  per più di due ore al giorno, un solo bambino su quattro si reca a scuola a piedi. Questi comportamenti oltre a comportare rischi diretti per l’insorgenza del sovrappeso e di patologie fisiche, ci indicano anche che le possibilità di socializzazione sono seriamente limitate.  

Dal punto di vista alimentare i bambini tendono a saltare la colazione (9%), fare una merenda di metà mattinata abbondante (65%) fatta prevalentemente con cibi confezionati ricchi di grassi insaturi e zuccheri, non mangia abbastanza frutta e verdura e consuma abitualmente bevande zuccherate (44%).

Ma i poveri bambini non hanno gli strumenti per poter capire cosa è meglio per la propria vita e il proprio girovita. Il compito di un’adeguata educazione alimentare spetta quindi agli adulti. Le scuole hanno più volte attivato progetti finalizzati ad aumentare il consumo di frutta e verdura da parte dei bambini e ad attuare iniziative che supportino più corrette abitudini alimentari e una nutrizione maggiormente equilibrata. Ma più di tutti spetta ai genitori occuparsi della trasmissione di corretti stili di vita. Proprio loro che si impegnano tanto nel  cercare il miglior corso di inglese o la migliore scuola di musica, devono porre maggiore attenzione proprio sull’educazione alimentare dei propri pargoli.

Image Google
Un lavoro che inizia molto presto, ad esempio abituando i bambini alla diversità dei sapori, senza creare terrorismo psicologico, ma offrendo periodicamente anche quei cibi che i bambini non amano tanto. Inoltre i piccoli apprendo meglio dall’emulazione che dalle parole, quindi adottare abitudini salutari in famiglia è la strada principe da seguire.

D'altronde servirebbe una politica seria sulla pubblicità ingannevole, che fa passare come salutari degli alimenti che di genuino hanno ben poco, oltre che incrementare le strutture pubbliche per  lo sport dopo gli orari scolastici.

E poiché come ci insegnava Bruno Munari “i bambini di oggi sono  gli adulti di domani” aiutiamoli a sviluppare tutti i sensi  e ad occuparsi sin da piccoli della propria salute.

giovedì 6 marzo 2014

Cookies - Alla ricerca del tempo perduto

 
 
 
 
Buondì oggi vado di fretta però volevo condividere con voi i biscotti preparati da papà Enzo nello scorso fine settimana, con la scusa di preparare biscotti per Daniele, ha provato a fare i suoi preferiti. E come primo esperimento devo dire che sono venuti benissimo. Avevano la giusta consistenza dei cookies erano pieni di gocce di cioccolato (i nostri, quelli dello gnomo no perché è allergico) e non stomachevoli.
Ecco la ricetta si preparano in 5 minuti e la cottura è di circa 10/12 minuti a teglia :)
Noi abbiamo optato per la versione extralarge, l'ispirazione ci è venuta dopo una pausa caffe fatta da 16 Libbre dove ce ne sono di tanti tipi.

Ingredienti:

400 gr di farina 00
130 gr di zucchero semolato
150 gr di zucchero di canna integrale
150 gr di burro
1 cucchiaino raso di bicarbonato di sodio
pizzicotto di sale
1 uovo a temperatura ambiente
1 tuorlo a temperatura ambiente
1/2 bacca di vaniglia
160-180 gr di gocce di cioccolato fondente


Preparazione

mettere nella planetaria burro e zucchero  e impastare, aggiungere l'uovo ed il tuorlo. Intanto da parte mescolare la farina il bicarbonato, i semi della bacca di vaniglia e il sale, setacciare il tutto ed  unirlo all'impasto nella planetaria.
Infine unire delicatamente le gocce di cioccolato.
Formate delle palline, della grandezza che preferite ed infornate in forno caldo a 180° per 12 minuti. State bene attenti perché appena usciti dal forno i biscotti sono ancora molto molli, si induriscono raffreddandosi, quindi non lasciatevi ingannare altrimenti se lasciati troppo nel forno verranno durissimi, e non avranno più la fantastica consistenza dei cookies.


Ps. Enzo li adora perché, un po' come per Proust, ogni morso è un viaggio nel passato (recente). Se ne innamorò in viaggio di nozze, a Nassau.

Robin Hood... "de' noantri"

Prima delle modifiche
Lo so, lo so Carnevale è passato.
Era meglio pubblicare prima il costume fai da te.
Ma vi assicuro che è stata un'impresa far indossare questo vestitino a Daniele. Ho dovuto cucirlo di sera (o meglio di notte dato gli orari che lo Gnomo adotta per addormentarsi), senza poter prendere le misure, se non qualcosa di approssimato dai suoi abiti abituali.
Le prove per verificarne la grandezza sono sempre andate male. Addirittura l'ultima domenica di carnevale, è uscito con un vestito praticamente di due taglie più grandi perché non ho avuto la possibilità di adeguarglielo. Però dovevo comunque farlo uscire di casa travestito, per fargli capire quanto fosse divertente il Carnevale. Lui forse non si sentiva troppo a suo agio vestito con qualcosa ti tanto strano e tanto verde. Ma è bastato scendere le scale di casa nostra, vedere altrettanti bambini vestiti in maniera ridicola per lasciarsi andare e non pensare troppo al costume che indossava.
Poi però io mi son data da fare con gli aggiusti e all'ultima festa ha indossato il vestito adatto alle sue misure gnomesche.  Solo che io come al solito non ho pensato di portarmi la reflex e mi sono arrangiata con il cellulare per qualche foto.
 
Comunque magari può tornarvi utile per l'anno prossimo questa piccola spiegazione su come confezionare in maniera davvero semplice un costume di Carnevale diy.
 
Occorrente:
 
Mezzo metro di pannolenci verde
Mezzo metro di Pannolenci marrone
Macchina per cucire
Filo di colore marrone e verde
Un pezzettino di stoffa (di recupero magari) color rosso e uno nero
Spille e gessetti
 
Per prima cosa mi sono studiata un pochino il vestito di Robin Hood guardando le immagini su internet. L'ho trovato molto semplice e mi sono lanciata nell'impresa.
 
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    Dopo gli aggiusti
     
    Per la casacca sono partita dalle misure del cappottino di Daniele, perché è un po' più lungo di una maglia e soprattutto più largo, perché bisogna tener conto che sotto il costume dobbiamo comunque mettergli almeno una maglietta per tenerlo caldo. Quindi usando il cappottino ho sagomato la casacca sul pannolenci verde, piegato a metà (la piega dovrà corrispondere al punto in cui verrà il collo) e tagliato lungo la sagoma. Dopodiché ho praticato un taglio sul retro, per creare l'apertura, a cui ho aggiunto tre bottoncini. Poi per non fare l'orlo ho fatto dei tagli a zig zag alla fine della giacca ( sbagliando perché tutti lo mi chiedevano se era Peter Pan o Robin Hood ihihihh).
 
  • Per il cappellino Sono partita da una sorta di triangolo rettangolo con l'angolo retto in alto  cucito a rovescio. Al quale ho applicato due fasce sempre a forma di triangolo (molto allungato questa volta) che ho cucito all'interno del cappello sempre a rovescio e le ho girate poi verso l'esterno ottenendo la caratteristica forma del cappellino del nostro eroe di Sherwood. Per finire il cappello, ho sagomato una piccola piuma rossa che ho applicato sul lato destro.
 
  • Infine per la cintura ho cucito un lungo pezzo di stoffa marrone, al quale ho applicato una fibbia nera che ho fatto mettendo insieme delle "liniette" di stoffa nera a forma di "H" e dei bottoni sul retro per chiuderla.
 
 
 
 
 
Molto più semplice da fare che da dire, ve lo garantisco.
 
ps. L'arco l'avevo comprato, solo che Dany lo ha distrutto prima del suo utilizzo "carnevalesco" ed è stato praticamente impossibile da ritrovare, a quanto pare in molte hanno avuto la mia stessa idea ;-)






venerdì 28 febbraio 2014

Quando nasce una mamma

Oggi voglio parlarvi di allattamento al seno, così come ho già fatto sul sito Lei Donna Web
 

Image Allattare.net
L’allattamento al seno è un evento straordinario di cui nessun bambino dovrebbe esser privato.  Il latte materno contiene nutrienti eccezionali insostituibili, eppure sono tante le mamme che decidono di non allattare o di smettere di farlo, perché vittime di disinformazione, o peggio, dei falsi miti che ruotano intorno all’argomento.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità consiglia l’allattamento esclusivo per i primi sei mesi e condiviso fino ai ventiquattro. Ma vediamo il perché di queste indicazioni così prolungate che potrebbero suscitare qualche perplessità.

Innanzitutto perché i benefici per il bambino sono innumerevoli. In primo luogo esso costituisce il nutrimento perfetto, facilmente digeribile per il suo corpo in rapida crescita. Inoltre è un momento fondamentale per la crescita emotiva del bambino, aiuta a capire prima i segnali del bambino e facilita il ruolo di mamma. A contrario di quanto possa sembrare l’attaccamento continuato con la mamma, infonde sicurezza nel bambino, che soddisfatto nelle sue esigenze primarie, rafforza giorno dopo giorno la consapevolezza di sé e si ritroverà pronto per le successive fasi di crescita. Il latte materno offre una tanti anticorpi che combattono i germi con cui il piccolo viene a contatto. Infine un bambino allattato al seno sarà meno soggetto al rischio di obesità nella sua vita futura.

Ma l’aspetto davvero sorprendente è che la buona pratica dell’allattamento giova al bebè quanto alla neomamma. Ebbene sì la mamma che allatta avrà meno difficoltà a rientrare nei suoi vecchi jeans, perché è un’attività che richiede un dispendio energetico che può essere sfruttato per mandar giù i chili di troppo accumulati in gravidanza. Inoltre l’allattamento al seno fa sì che le mamme corrono meno rischi di sviluppare tumore al seno o all’utero (circa il 20% in meno). Ed infine la praticità, nonché economicità, del latte materno non la batte nessuno. E’ un prodotto sempre pronto all’uso.

Niente biberon da sterilizzare, se si esce per una passegiata non c’è bisogno di cercare il bar più vicino per farci riscaldare il latte!

Ma come fare per poter allattare facilmente? Semplice attaccare ogni volta che il bambino vuole al seno, perché l’allattamento materno segue la regola della “domanda e offerta”, ossia più spesso si allatta, più latte ci sarà. Se il vostro bambino desidera poppare, non ha importanza il motivo, può solo fargli bene. Se il bambino chiede di poppare, la risposta giusta è sempre il seno: l’acqua, le tisane o semplicemente il ciuccio possono interferire con la produzione di latte.

 

martedì 25 febbraio 2014

Torta mousse cioccolato, lamponi e zenzero.







Questo mese ho aderito anche io all'evento Re-cake organizzato da 5 blogger che hanno avuto una bella idea. Provare una ricetta, interpretandola ognuno a modo proprio, e lanciando una "sfida" culinaria. Chi vuole partecipare deve rifare la ricetta non snaturandola troppo negli ingredienti base, lasciando tutta via libero sfogo alla fantasia per quel che riguarda la forma e la variazione di qualche ingrediente secondario. 
E' stato davvero divertente guardare quante personalizzazioni ci possono essere per un'unica ricetta. Ed allora ho deciso di provare anche io. Anche se in zona Cesarini ho deciso di pubblicare il mio post. Ci metterò un pò a capire come mettere il banner :( ma ce la posso fare.
La ricetta è a dir poco straordinaria e al tempo stesso non troppo complicata. Se ci sono riuscita io.... 
E' una mousse,non stucchevole,di cioccolato fondente e zenzero che avvolge una corona di lamponi golosissimi, per finire un velo sottilissimo di cioccolato fondente (nel mio caso grattugiato finemente) per regalare una nota amara ad un dolce che è un tripudio di sapori. 


Per la torta al cioccolato :
75 g di cioccolato fondente
1 cucchiaio di cacao amaro
3 uova
40 g di zucchero
1 cucchiaino di maizena

Per la mousse al cioccolato e zenzero:
50 gr di cioccolato fondente
50 ml di latte
1 colla di pesce
1 cucchiaino di zenzero grattugiato
2 cucchiai di zucchero
100 ml di panna

Frutta e decorazione: 
2 vaschette di fragole
cioccolato fondente 

Sciogliere il cioccolato per la base e metterlo a freddare. Sbattere i tuorli insieme allo zucchero finché il composto non si presenta gonfio, chiaro e spumoso; aggiungere poi il cacao, la maizena e infine il cioccolato fuso.
Sbattere gli albumi con un pizzico di sale e aggiungerli al composto di cioccolato, mescolando con una spatola dal basso verso l'alto per non smontarli. 
Versare in uno stampo apribile da 18 (oppure come nel mio caso nella teglia e poi tagliati con tanti piccoli anelli dove ho composto varie tortine) e infornare in forno già caldo a 180°C per 20 minuti circa.
Una volta preparata la base, comporre la torta posizionando i lamponi a testa in su.
Intanto scaldare il latte con lo zenzero grattugiato aggiungere lo zucchero mescolando. 
Infine unire la colla di pesce precedentemente ammollata in acqua fredda e il cioccolato fuso.
Montare la panna, farla amalgamare al composto di cioccolato e versarla sulle fragole. Tenere in frigo 2/3 ore infine  e decorare con altri lamponi fresche e cioccolato fondente grattugiato.


lunedì 17 febbraio 2014

A Claudia

Forse non tutti sanno che quando ho aperto il blog era mia intenzione fare una sorta di vetrina per le mie torte in pasta di zucchero, poi le cose sono notevolmente cambiate, la mia passione per quest'arte è scemata, anche se ogni tanto ancora mi diletto. Oggi voglio condividere con voi una torta che ho regalato a mia cognata per il suo compleanno. Nasce dalla voglia di mio fratello di farle un regalo speciale. Così immaginando cosa potesse rispecchiare la sua anima è venuta fuori una torta molto romantica. Perché la nostra Claudia anche se non vuole mostrarlo, ha un'anima appassionata che è proprio difficile da celare. Lo si veda dall'impegno che mette nello studio, dal modo in cui parla del suo lavoro futuro, dalla schiettezza e la sincerità dei suoi discorsi e dalla scelta che compie nello scegliersi le persone che condividono con lei un pezzo di "strada" insieme.
Ad una persona così speciale non potevo che dedicare una torta tenerissima.


 

Per la ricetta nel suo caso ho optato per una "morettina", farcita con crema rocher.
La moretta è una sorta di pan di spagna che è stato pubblicato qualche anno fa su Cookaround, un forum fantastico da cui spesso traggo ispirazione.

Ingredienti per la base:
150 gr farina 00
150 gr zucchero semolato
3 uova
1/2 bicchiere di latte
1 tazzina da caffè di olio di semi
35-50 gr cacao amaro
1/2 bustina di lievito

Come al solito montare le uova con lo zucchero, fino a rendere il composto spumoso. aggiungere a filo l'olio, il latte ed infine le polveri. Imburrare una teglia da 24 ed inforniamo in forno caldo a 180° per 45 min.

Per la crema
  1. Montare la panna (200 g)
  2. Aggiungere delicatamente la nutella (300 g) e mescolare
  3. Aggiungere le nocciole (100 g)
  4. Aggiungere i wafer sbriciolati (100 g)
  5. Amalgamare il tutto
Per la pasta di zucchero seguo la ricetta, presa sempre da Cookaround, di Serendica.

Ingredienti
30ml (o 30 gr è lo stesso) di Acqua, 5g di Gelatina(cioè 2 fogli e mezzo di quella paneangeli), 50g di Miele, 450g di Zucchero a velo

Procedimento 

Ammollare la gelatina in acqua fredda, una volta che si sarà ammorbidita, mettete sul fuoco con i 30 gr di acqua ed aggiungete il miele. Portate il tutto allo stato liquido liquido senza farlo bollire (occorrono pochi secondi). Versare il liquido dentro una impastratrice o quello che avete (io ho usato un comune robot da cucina), dove già ci sarà lo zucchero a velo ben setacciato. Lavorate (sempre nel robot) fin quando il composto diventa una palla. toglierlo dal robot e lavorarlo ancora un po' con le mani. 

domenica 16 febbraio 2014

In viaggio col pargoletto


Viaggiare con un bambino può essere sorprendente. In un primo momento può risultare tutto un po' più difficile. I musei sembrano impossibili da raggiungere, le file sempre troppo lunghe e le cenette romantiche solo chimere. Invece andare a passo di bimbo ha i suoi risvolti positivi. Innanzitutto  i ritmi sono così lenti che si ha la possibilità di guardare i particolari, i modi di fare delle persone. Certamente l'idea di visitare 5 musei, tre cattedrali e andare in giro per locali notturni deve per forza di cose uscirci dalla mente.
Eppure pianificando per bene le cose, si possono trascorrere giorni fantastici alla scoperta di posti nuovi.
Noi tre siamo di ritorno da un fantastico weekend a Parigi. Eravamo sin dall'inizio consapevoli che non sarebbe stata la stessa cosa di una fuga romantica, ma abbiamo deciso di raggiungere lo stesso questa meta perché era un nostro desiderio da sempre.
Quindi il nostro obiettivo era quello di goderci al massimo quello che "la Ville Lumière" poteva offrire ad una giovane famiglia. Abbassando la soglia delle nostre aspettative, ci siamo messi al lavoro per organizzare il viaggio perfetto per noi tre.
Siamo partiti con l'idea di scegliere l'appartamento piuttosto che la solita camera d'albergo, e possiamo dire che è stata una scelta vincente. L'appartamento offre maggiori confort ad una famiglia. Più spazi per far si che il piccolo si sgranchisca le gambe dopo le lunghe passeggiate in passeggino. Inoltre si ha la possibilità di gestire il pranzo e la cena (almeno del bambino) in maniera più sana e sicura.
Non meno importante, l'appartamento offre la possibilità di vivere la città non da semplici turisti, ma in qualche modo ti lascia vivere un po' da autoctoni, conoscere le persone dello stabile e magari condividere una tazza di caffè la domenica nel bistrot sotto casa.
Ci  sono diverse opportunità per le famiglie a Parigi. Per esempio al Louvre ci sono percorsi studiati a posta per i bambini, di cui noi però non abbiamo goduto, perché all'ingresso c'era una fila incredibile e soprattutto un vento gelido che ci ha consigliato di non star fermi qualche ora in sua compagnia. Per tale motivo abbiamo pensato bene di infilarci in un bus e farci portare in giro al riparo dal freddo. Poi le solite tappe, intervallate da giri nei parchi metropolitani per ricaricarci di allegria con Daniele e i suoi primi incontri con le altre culture.
Prima di partire ci siamo anche informati e a Parigi è presente anche un servizio di noleggio passeggini e altre attrezzature per i piccoli viaggiatori.
La sera per noi è stato facile andare in giro fino a tardi e goderci un po' di vita notturna (che parolone) perché nostro figlio si addormenta abitualmente tardi. Lo stratagemma della cena per lui a casa, ci ha consentito di mangiare (quasi) tête-à-tête ogni sera, in un posto diverso.
L'unica pecca, dal nostro punto di vista, di questa città? Parigi è piena di barriere architettoniche! Ricordiamo ancora ogni singolo scalino della metro con in braccio il passeggino e lo "gnomo" dentro.
Quindi per recuperare un po' di forze, dopo le tante energie spese, eravamo costretti a fermarci per rifocillarci, ovviamente con croissant, macaron e fragranti baguette!
 


 
Vi allego dei link utili per visitare comodamente questa fantastica capitale con tutta la famiglia al seguito.
 
 
 
 
http://www.luvaville.com/travel-with-kids/paris/best-playgrounds                                                                                                                                                                                                              
 
 
 
 

mercoledì 29 gennaio 2014

Una ciambella per amica


Si sente parlare spesso parlate di confort food, soprattutto con l'avvento degli hashtag sui social. Ognuno ha il suo, c'è chi si rifugia in un sacchetto di patatine, chi in un pacco di fragranti biscotti, chi in un golosissimo pezzo di pizza. Beh per quel che mi riguarda (e chi mi conosce lo sa bene) io se sono su di giri o giù di morale sempre lì vado a parare: dolci.

E quel che mi coccola di più sono i dolci da credenza, quelli che migliorano se riposano per un po' tra le pareti della mia vetrina delle golosità.
Oggi ho scelto di provare una ricetta nuova e di arricchirla con una colata di cioccolato fondente. Il mio confort food per eccellenza.
La ciambella di oggi è stata fatta a quattro mani, due delle quali del nanerottolo di casa, che impazzisce nel miscelare i vari ingredienti e a vederli crescere nel forno di casa. Cosa c'è di meglio che apprendere la basi della chimica attraverso esperimenti che poi non vanno a finire nel pattume ma che al contrario ingolosiscono il piccolo pancino? Cosa può divertire di più un bambino se non manipolare materiali e consistenze diverse, mischiarli e dar vita a qualcosa che abbia anche un fine? Altro che "pongo", "play-doh"  e preparati puzzolenti che hanno l'unico fine di spillare soldi ai genitori.
Comunque ritornando alla ricetta, si tratta di una ciambella alla ricotta straordinariamente soffice. Un equilibrio perfetto per il mio palato tra zuccheri, aromi e grassi. A dire il vero se dalla mia versione si toglie la glassa di copertura possiamo considerala anche una ricetta light.



Ingredienti:
600 gr di farina (io preferisco quella per torte)
200 gr di zucchero
160 gr di vallè leggera
5 uova
200 gr di yogurt greco
300 gr di ricotta
1 e 1/2 bustina di lievito
Zeste di due limoni non trattati

Per la glassa
300 g di cioccolato fondente
4 cucchiai di acqua calda
una noce di burro


Montare le uova con lo zucchero aggiungere la ricotta, lo yogurt e la vallè. Continuare con la farina setacciata, il lievito e le zeste grattugiate. Infornare in forno caldo a 180° per un'ora.

Quando la torta sarà fredda, preparare la glassa mettendo a sciogliere la cioccolata e l'acqua a bagnomaria. Quando sarà liquida aggiungere una noce di burro e versare sulla ciambella.


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Con questa ricetta partecipo a un contest che ha catturato la mia attenzione da subito, al quale si poteva partecipare con la ricetta di un dolce da credenza, quindi con la mia idea di confort food per eccellenza ;)

Quindi eccomi qui a far parte anche io di questo contest Dans la Croyance creato da  Ambra per festeggiare il 4° compleanno del suo seguitissimo blog Il gattoghiotto, in collaborazione con Salter.






venerdì 24 gennaio 2014

Nell'intimo delle madri

Oggi inauguro ufficialmente la rubrica Mamma & co.
Era un po' che ci pensavo, in fondo un blog in cui parlare solo di cucina era qualcosa che iniziava a starmi stretto. Una delle mie attività principali è quella di mamma quindi non potevo esimermi da raccontarvi anche questa mia parte di vita.


Image via Flickr
Il tema della maternità è abbastanza controverso. Se infatti il concetto può evocare nel nostro immaginario figure di donne pienamente soddisfatte del loro lavoro di madre sempre sorridenti, in perfetta forma, accompagnate da pargoli paffuti dai riccioli d'oro, con un marito strafigo contento di tutto ciò che la moglie gli propone, non sempre possiamo far corrispondere questa nostra idea con la realtà che viviamo.
E poiché mi sono sempre interrogata sul sentimento di fallimento che vive una donna che sente di non aderire all'immagine della mamma perfetta, ho iniziato a cercare informazioni bibliografiche sull'argomento. In questa ricerca mi sono imbattuta in un testo che si dichiara a sfavore della classica idea di maternità: "Nell'intimo delle madri". L'autrice del libro Sophie Marinopoulos è una psicologa clinica e psicoanalista con una ventennale esperienza del mondo delle donne e partecipa a lavori clinici e di ricerca sulla famiglia e la filiazione a livello nazionale ed internazionale.
La studiosa nel suo lavoro quotidiano si è resa conto che l'idea che esista un fantomatico istinto materno che si attiva così quasi per magia nel momento in cui una donna si scopre madre è assolutamente un mito da sfatare.
Tra le pagine del libro è possibile fare un viaggio molto interessante sul quel particolare percorso che trasforma una donna in una mamma.
Marinopoulos afferma che se esistono per una sola nascita 4 bebè (seguendo il modello di S. Lebovoci), è altresì vero che esistono altrettante madri che coesistono nell'immaginario di una donna che scopre o progetta di essere una madre.
Nel libro si susseguono i racconti di casi clinici, che sono espressione dei molti modi di essere madre. Si legge alla stregua di un romanzo sia per l'interessante tema trattato, sia per scrittura lineare e al tempo stesso tecnica dell'autrice.

Io lo consiglio assolutamente a chi è già madre, a chi pensa di diventarlo, a chi desidera avere un bambino a tutti i costi ma non ci riesce e soprattutto a quelle donne che si colpevolizzano perché loro, il tanto raccontato "istinto materno" proprio non lo riescono a sentire. Proprio a queste ultime Sophie rivolge delle parole sorprendenti.

Buona lettura allora


Autore: Sophie Marinopoulos
Titolo: Nell'intimo delle madri
Editore: Feltrinelli

giovedì 23 gennaio 2014

La ricerca della felicità

Ben ritrovati cari amici. Pensavate fossi sparita dalla blogsfera,  vero?
Ed invece eccomi imperterrita a ridar forma ai miei sogni. Il periodo di pausa non è passato invano. Sono stata impegnata a finire una parte considerevole della mia vita. E' finalmente arrivata la laurea! Tanti dubbi hanno preceduto l'evento e altrettante incertezze si susseguono da quel giorno.
Ma se come qualcuno ha detto che "è dai dubbi che nascono le idee più interessanti" (De Carlo), è pur vero che il caos deve in qualche modo essere ottimizzato, diviso in categorie.
Così ho iniziato la mia opera di riordino mentale. Innanzitutto ho diviso i sogni in due grosse categorie: "realizzabili" e "non realizzabili", poi ho suddiviso quelli realizzabili in "progetti di breve o lunga durata".
Qualcuno molto più pratico di me potrebbe suggerirmi di eliminare la categoria dei sogni irrealizzabili per dar spazio al resto. Io decido di tenerli serbati nel mio cuore perché son quelli che rendono interessanti il susseguirsi dei giorni. Voi non trovate?
Mi son detta che il primo dei miei progetti, quello che ho messo su tanti post sparsi qua e là, devo segnarmelo come imperativo categorico.
Qual è? Beh la RICERCA DELLA FELICITA', naturalmente!
E' un lavoro vero e proprio, duro, ma anche tanto entusiasmante.
Quindi per non perdermi troppo in un mondo di fantasticherie poco produttivo, ho deciso di gestire questo importante momento a piccoli passi, per non lasciarmi travolgere dalle passioni. A proposito non vi ho detto che la mia tesi era tutta incentrata sulle emozioni e sulla capacità di gestirle per non lasciarsi travolgere in vortici tortuosi. Le passioni non vanno nascoste, non bisogna temere di un'invasione sconsiderata delle emozioni nel nostro quotidiano, dobbiamo tuttalpiù allenarci ad una corretta gestione delle stesse.
Ecco spiegato allora il mio momento organizzativo. La mia voglia di dare anima e corpo a ciò che vivo dentro, dargli un senso, trovare etichette e portare tutto fuori attraverso la realizzazione di progetti per il futuro.
E il 2014 inizia dal riordino del mio blog, perché rappresenta il luogo dei miei desideri reconditi. Oltre al cambiamento estetico c'è anche una sorta di arricchimento dei contenuti, l'ho diviso infatti in quattro sezioni: Diy - Mamma & co. - Food - Breakfast. Perché io sono tante donne in una. Smanetto in continuazione per creare o recuperare oggetti o per fare decorazioni. Come mamma cerco ogni giorno di proporre qualcosa di interessante e creativo al mio piccolo Daniele, affinché possa sviluppare interessi a 360° per il mondo che lo circonda. Come cuoca "maldestra" che cerca sempre di migliorarsi, ho bisogno di sperimentare cose nuove, per non assuefare il palato ai soliti sapori. Ed infine la colazione, il momento che la mia piccola famiglia adora condividere, in particolar modo quella della domenica. Quella in cui le regole non esistono ma regna la lentezza e la voglia di stare insieme.
Ma da sola non potevo assolutamente farcela. Ed ecco l'incontro con Simona, una blogger di talento che ha deciso che questo 2014 doveva iniziare con la realizzazione di un suo sogno, lanciarsi come designer di blog. L'ho contattato dopo aver visto il suo lavoro su un blog che seguo da tempo, quello della dolcissima Eugenia.
Simona nel suo blog "Ma petit home" ha una sorta di vetrina per blogger nella quale pubblica le nuove grafiche che realizza e che dire sono una più  bella dell'altra. Semplicità e raffinatezza sono le parole d'ordine del suo stile. Come donna  poi è dolcissima e soprattutto tanto, tanto paziente.
Che bello poter essere testimone dello sfiorarsi di sogni, tutti femminili, di quelli che si realizzano e di quelli ancora in divenire.

In questa mia personalissima annosa ricerca della felicità non posso non pensare all'omonimo film del 2007 con Will Smith e a quella sua riflessone sul bisogno antropico dell'essere felici. Vi riporto allora una citazione del film e vi consiglio assolutamente di andare a vederlo, o rivederlo ;)

Fu in quel momento che cominciai a pensare a Thomas Jefferson e alla Dichiarazione di Indipendenza, quando parla del nostro diritto "alla felicità, libertà",... "e ricerca della felicità". E ricordo d'aver pensato: "Come sapeva di dover usare la parola Ricercà"? Perché la felicità è qualcosa che possiamo solo inseguire... e che forse non riusciremo mai a raggiungere,... qualunque cosa facciamo.
Come faceva a saperlo?
Chris Gardner
dal film "La ricerca della felicità" di G. Muccino
 
 
Mi raccomando stay tuned io vi terrò aggiornata sul progresso dei miei progetti, grandi o piccoli che siano ;)
da PensieriParole <http://www.pensieriparole.it/film/l/la-ricerca-della-felicita-(2007)/citazione-60359?f=w:1718>